Viaggio della memoria 2017
Viaggio della memoria 2017

Viaggio della memoria 2017

di Sofia Menicacci, studentessa del Copernico classe VDs

Dal 4 all’8 maggio ho partecipato al Viaggio della Memoria 2017 grazie al concorso “Comunicare per non dimenticare” promosso dalla Federazione degli Studenti, ANED sezione di Prato, dal Museo della Deportazione di Prato e dal Comune di Prato. Il concorso prevedeva la realizzazione di un elaborato sul tema della deportazione, in particolar modo della deportazione dei lavoratori pratesi a seguito dello sciopero del marzo del ’44.

L’elaborato che ho presentato pone in evidenza le “Pietre d’Inciampo” che sono posizionate nella città di Prato, nei luoghi dove avvennero gli arresti, attraverso delle foto che ho scattato cercando di contestualizzare quello che era e quello che è adesso la nostra città. La ricerca delle “Pietre d’Inciampo” mi ha portato a vedere con occhi diversi piazze, strade ed edifici che prima per me erano luoghi comuni e che adesso hanno acquisito anche una connotazione storica ed umana. Alle mie foto ho aggiunto una testimonianza di uno dei pochi ex-deportati pratesi sopravvissuti ai campi di concentramento, Roberto Castellani.

Prima della partenza ho partecipato ad un incontro con l’attuale presidente della sezione ANED di Prato, Giancarlo Biagini, che ci ha raccontato la storia della deportazione a livello globale e a livello pratese, facendoci commuovere narrando la sua esperienza personale, di quando suo padre fu deportato. Il giorno della mia partenza ero cosciente del fatto che questa esperienza sarebbe stata difficile e emotivamente coinvolgente ma è stato qualcosa di più.

Durante il viaggio abbiamo visitato i campi di Mauthausen, Ebensee, Gusen e il centro di “eutanasia” di Hartheim.

Nella mia personale esperienza ci sono stati degli episodi che mi hanno fatto riflettere e che mi hanno colpito profondamente: in primo luogo la conoscenza di due ex-deportati polacchi che erano presenti alla cerimonia internazionale nell’anniversario della liberazione di Mauthausen. Anche non capendo la loro lingua, guardandoli negli occhi ho visto il loro dolore ancora vivo dopo così tanti anni ma anche la forza di voler far conoscere le loro terribili esperienze alle nuove generazioni in modo che tutto ciò non vada dimenticato e che serva da monito perché non si ripeta mai più un capitolo così devastante della nostra storia recente. Inoltre, sono state molto toccanti le parole del presidente dell’ANED nazionale, quando ha parlato di quanto è importante l’unione e la fratellanza tra i popoli in queste situazioni, portando come esempio la presenza di tanti stati, alcuni attualmente in conflitto, che hanno messo da parte i loro rancori per ricordare insieme le vittime del nazismo.

Infine, la visita dei luoghi dove tante persone hanno sofferto e sono state barbaramente torturate e uccise, camminare dove loro sono stati abbandonati alla morte perché non abbastanza forti per lavorare, vedere l’assurdità delle prigioni dentro un campo di concentramento, vedere i luoghi dove erano costretti a dormire e a lavarsi, percorrere la “scala della morte” e vedere il “muro dei paracadutisti”, mi ha fatto capire che queste cose non le potrai mai conoscere veramente studiandole sui libri ma soltanto toccandole con mano.

Non saremo mai in grado di capire tutto ciò, perché solo chi ha vissuto questa esperienza in prima persona può farlo, ma possiamo soltanto cercare di conoscere sempre di più visitando quei luoghi e ascoltando le testimonianze degli ex-deportati.

Questo viaggio mi ha colpito nel profondo, mi ha fatto capire l’importanza dei ricordi ma anche dell’attenzione da porre nel futuro. Come ci ha detto un autore austriaco, Robert Menasse, durante la cerimonia ad Ebensee, dobbiamo sempre tenere in mente queste tre frasi: <<”MAI PIU’!”, “MAI DIMENTICARE!” e “ATTENTI AGLI INIZI!”>>.

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