Una casa unita per il futuro: sostegno all’idea di Partito di Andrea Orlando
Una casa unita per il futuro: sostegno all’idea di Partito di Andrea Orlando

Una casa unita per il futuro: sostegno all’idea di Partito di Andrea Orlando

di Edoardo Risaliti, Giovani Democratici di Prato

In questi giorni di Congresso si è parlato spesso del concetto di Partito e di come questo possa influire sulla società. Sinceramente la mia esperienza riguardante l’organizzazione di un partito è scarsa, se non assente. Tuttavia sono riuscito a percepire un senso di appartenenza molto forte al momento in cui sono entrato a far parte del Partito Democratico. Senso unito alla possibilità e alla responsabilità di riuscire a cambiare qualcosa per sopperire ai bisogni della comunità, perlomeno alla comunità di noi Giovani. Riflettendo soprattutto sul senso di dovere derivatomi dalla mia idea di Partito mi sono ritrovato davanti al programma politico di Andrea Orlando:

“A house divided cannot stand”. Una casa divisa non può reggere. Questa frase, pronunciata da Abramo Lincoln e ripresa da Orlando nel presentare la sua mozione, si avvicina molto alla mia visione del Partito. Il candidato segretario parla di “ridurre le distanze”, concetto secondo me alla base della Democrazia, insieme alla visione della crescita “dal basso” di un progetto per coinvolgere la parte del Paese che guarda il Partito e vi si riconosce.

Io da cittadino mi sono riconosciuto principalmente in alcune parti della mozione, soprattutto per quanto riguarda l’idea di centrosinistra che cerca di superare stereotipi e vecchie ideologie per tirare fuori la sua anima egalitaria e di sostenibilità. Inoltre credo molto nel piano di Orlando per riuscire a riporre più fiducia nell’Europa, sia economicamente che a livello comunitario.

 

Il suo sguardo al futuro, per quanto riguarda l’ambiente attraverso la “conversione ecologica” e sull’innovazione tecnologica inclusiva e progressiva, mostra in pratica ciò che in teoria descrive come “lotta per lo sviluppo”. Sviluppo sostenuto dalla possibile formazione di un “IRI della conoscenza”, istituto che si propone alla valorizzazione del talento dei Giovani e alla diffusione di sapere e di cultura per l’industria e per il lavoro. Parlando di sapere si arriva al punto a me più caro della mozione, la Scuola.

Il ministro Orlando riconosce la “frattura profonda con il mondo della scuola”, mondo che vede come “alleato più prezioso, nella società civile, per i nostri valori”. Spera quindi in un Partito che riesca a diventare una “organizzazione che apprende” attraverso un confronto vero con docenti, famiglie, università, sindacato, imprese e cittadini. Quest’apertura verso il mondo scolastico e dal mondo scolastico verso la comunità, rispecchia pienamente la mia visione di Scuola, aperta al cambiamento, allo sviluppo. Una scuola che, attraverso un eventuale aumento di fondi, punta al miglioramento, con alcune priorità, quali: tasse universitarie per un accesso equo e omogeneo, welfare scolastico e ricerca. Nonché una, a mio parere necessaria, revisione della legge Gelmini, partendo dall’ ascolto.

Insieme alla lotta alla mafia e alla corruzione, questi sono solo alcuni dei punti della mozione che mi hanno spinto a supportare Andrea Orlando; secondo me il segretario attualmente più indicato per rappresentare un PD in cerca di innovazione, sviluppo e confronto. Un Partito che prende forza non solo da discorsi appassionati ma anche dal senso di unità e di coinvolgimento, sperando così in una casa unita, resistente e stabile a partire dalle fondamenta.

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