Ecco perché sostengo Andrea Orlando
Ecco perché sostengo Andrea Orlando

Ecco perché sostengo Andrea Orlando

di Silvia Gianotti, Giovani Democratici di Prato

Viviamo in un periodo nel quale troppo spesso siamo indotti a rincorrere l’informazione più fresca senza curarci di verificarla e approfondirla adeguatamente, in cui è più importante essere veloci che ponderare quello che ci passa sotto gli occhi, in cui si guarda più al convincere a tutti i costi, anche con arroganza, e al prevaricare gli altri, trascurando invece il valore del contenuto e della riflessione.

È per questo che prima di decidere chi sostenere in questa fase congressuale mi sono sforzata di prendermi un po’ di tempo lontano dagli impegni quotidiani per leggere le mozioni congressuali di tutti e tre i candidati, cercando di focalizzarmi sulle proposte di ognuno di loro al fine di ragionarci con serietà, e riflettere su quale fosse più vicina alla mia visione.

Ho convintamente deciso di sostenere Andrea Orlando. Nelle sue parole ho ritrovato i motivi che mi hanno portato ad appassionarmi alla politica, e un’analisi a mio parere onesta della attuale situazione del partito e del Paese; partendo dalla visione di un Partito democratico per davvero, che sia in grado di realizzare una mediazione e una sintesi delle esigenze che emergono dal demos, dal popolo, e al contempo capace di creare una classe dirigente adeguatamente formata e selezionata, a partire dalla valorizzazione in questo senso del lavoro dei circoli. Spesso si sottovaluta come la competenza sia un requisito indispensabile da affiancare all’onestà per guidare un Paese, che l’improvvisazione non va sempre bene.

Il partito deve rappresentare la società e rapportarsi con questa: è necessario riprendere a dialogare con le associazioni che si riconoscono nei valori del centrosinistra e che condividono le nostre battaglie; a Prato come Giovani Democratici lo stiamo facendo, sarebbe necessario ricominciare su questa strada anche a livello nazionale.

Dialogo che è necessario anche con i nostri coetanei (e non) che credono la politica sia un affare sporco, o perlomeno inutile, che tanto le cose non cambieranno mai, che continuano a lamentarsi senza però mettersi in gioco in prima persona; mi piacerebbe che si rispolverassero le parole di una poesia di Bertolt Brecht in merito, L’analfabeta politico, che critica l’atteggiamento di chi è indifferente alle questioni politiche, o peggio dichiara di odiare la politica, fiero, senza rendersi conto che è la politica a determinare le condizioni in cui egli vive e a far sì che si perpetrino le peggiori ingiustizie sociali. Se si è da soli si è una goccia nel mare, è vero, ma in una comunità in cui c’è condivisione dei valori di fondo si può dare il proprio contributo per il cambiamento delle cose, per una società più giusta.

Già, una società più giusta. Mi vengono in mente battaglie del PD come la legge sulle unioni civili, sull’assistenza delle persone affette da disabilità grave, sulla lotta al caporalato… battaglie per i diritti e le libertà.

Un punto della mozione presentata da Andrea Orlando che a me sta molto a cuore è proprio quello relativo all’importanza dei passi che ancora mancano a rendere il nostro Stato realmente giusto: l’approvazione della legge sul fine vita, una legge da considerare di civiltà, come del resto l’introduzione del reato di tortura, requisito indispensabile per uno Stato che si voglia definire di diritto; l’introduzione di una legge per la cittadinanza basata sullo ius soli, per riconoscere come cittadino italiano chi di fatto lo è già oggi, senza bisogno di lunghe procedure burocratiche; per nulla secondario è anche il recupero di una concezione di diritto penale come extrema ratio, un revirement rispetto all’indirizzo securitario figlio della necessità di ostentare un potere repressivo (poi rivelatosi inutile, dati alla mano) da parte dei governi di centrodestra: sicurezza usata per accontentare “la pancia”, le emozioni e le paure dei cittadini, lasciando indietro però la cultura delle garanzie.

Insomma, nei tanti punti della proposta di Andrea Orlando ho rivisto il Partito Democratico che ho e abbiamo sognato e cercato di concretizzare come Giovani Democratici di Prato, mi riconosco nelle sue proposte e penso che la lettura della sua mozione mi abbia portata a pensare quanto sia bella la politica quando si parla di un “noi”, di una comunità di persone che non può far altro che essere utile alla crescita e maturazione della visione di ciascun singolo, piccola foglia di un albero di idee da coltivare con cura e passione.

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