Perché i classici rispondono alle nostre domande
Perché i classici rispondono alle nostre domande

Perché i classici rispondono alle nostre domande

di Sacha Summa, Tavolo Scuola GD Prato

Molte possono essere le opinioni sul ruolo della scuola nella nostra società in quanto molte le opportunità o meno che essa offre allo studente.Io provengo da un istituto tecnico industriale, dove purtroppo le materie umanistiche vengono spesso malviste dagli studenti, considerate inutili se non al mero fine dell’apprendimento di un metodo di studio. Anch’io ho impiegato diversi anni per capire quanto questa idea fosse sbagliata. Purtroppo o per fortuna, sta nella naturalità delle cose che la gioventù sia caratterizzata dalla totale spensieratezza e ignoranza del mondo che ci circonda.

Ed è in questo tragico scenario che ogni anno migliaia di ragazzi vengono definiti “maturi” senza un minimo di comprensione del funzionamento della moneta, del metodo di creazione di una legge, del sapere cosa succede a pochi chilometri di distanza dalla propria città, della consapevolezza del valore della vita e del significato intrinseco di essa, marcando uno dei più grandi fallimenti della nostra scuola: la mancata formazione di un cittadino consapevole della propria società e dei valori umani.

Ciò avviene poichè negli istituti dove le materie umanistiche vengono sovrastate da quelle scientifiche (specialmente in quelli dove materie come filosofia, latino o diritto sono assenti), il pesante fardello dell’insegnamento alla comprensione del mondo, sia in termini sociali e materiali, sia in termini filosofici e umanitari, ricade inevitabilmente su materie come letteratura o storia, e troppo spesso sulla scelta del professore di trattare o meno certi argomenti.

Ma è nella natura di ogni ragazzo farsi delle domande, domande profonde, domande difficili da porre che si allontanano dalla nostra superficialità e dal nostro cinismo quotidiano, domande a cui è difficile dare una risposta attraverso una semplice conversazione.

L’ importantissimo compito di dare delle risposte, a cui spesso i genitori vengono meno, grava enormemente sugli insegnanti di queste materie, che spesso si dividono in due categorie, a seconda del metodo di insegnamento: chi esige un apprendimento mnemonico e “bovino” oppure, al contrario, chi ricerca la comprensione dei messaggi che gli autori del nostro passato ci hanno lasciato.

È proprio in questa seconda tipologia di insegnamento che si manifesta la necessità di una rivalutazione e riaffermazione di queste materie, perché è solo comprendendo i lasciti dei nostri scrittori che si può appagare questa sete di conoscenza. Solo ascoltando la poetica di Ungaretti, infatti, si puó comprendere quanto sia futile e disumana la guerra, solo attraverso il Principe di Macchiavelli si puó capire quanto sia difficile e compromettente governare, solo attraverso le idee di Pirandello si può assimilare la natura della nostra socialità.

Senza di essi e senza il coinvolgimento dell’allievo in tematiche che lo riguardano, sarà solo a discapito di quest’ultimo la decisione di maturare delle opinione sulla vita e sulla società, senza le quali non differirà molto da un automa che attraversa ossequiosamente lo squallore della propria sopravvivenza quotidiana.

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