Prato non sarà mai come Lodi – la nostra mozione in Consiglio Comunale
Prato non sarà mai come Lodi – la nostra mozione in Consiglio Comunale

Prato non sarà mai come Lodi – la nostra mozione in Consiglio Comunale

Di seguito il testo dell’ordine del giorno che noi Giovani Democratici abbiamo depositato in Comune e che sarà presentato dal gruppo consiliare del PD di Prato.

Premesso che negli ultimi 30 anni si è registrata una notevole crescita del flusso migratorio sia in Italia che nel resto dei Paesi dell’Unione Europea, passando da fenomeno temporalmente determinato a fenomeno tendente all’insediamento, con numerosi ricongiungimenti familiari e nascite di figli di immigrati e conseguente loro aumento nelle scuole italiane, in modo particolare nei primi ordini di scuola;

che come recita l’Articolo 3 comma 2 della Costituzione italiana: “è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese

che, come recita l’Articolo 34 della Costituzione, “La scuola è aperta a tutti” e che “La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso”, impegnando dunque La Repubblica ad impiegare misure che assottiglino attivamente le disuguaglianze sociali, garantendo a tutti sia il riconoscimento del diritto allo studio sia la possibilità di accedere ai servizi scolastici;

visto che è stato approvato da parte del Comune di Lodi un nuovo regolamento che disciplina i servizi scolastici per il quale per accedere alle agevolazioni tariffarie della mensa è necessario consegnare, se si è di origini straniere, un documento di difficilissima reperibilità in molti paesi d’origine delle famiglie degli studenti, che attesti che si è nullatenenti;

che il periodo del pasto scolastico è da considerarsi parte integrante dell’orario didattico e momento educativo;

che come diretta conseguenza della nuova norma e dell’insostenibilità del prezzo dei servizi scolastici senza agevolazioni, circa 100 bambini stranieri, che sono il 22% del totale, sono rimasti esclusi da tali servizi quotidiani insieme ai compagni, con conseguenti difficoltà per le famiglie che vanno a ledere il diritto allo studio dei minori;  

confermato che la separazione di bambini stranieri dai compagni italiani è estremamente grave e va ai danni del processo d’integrazione nel sistema classe quanto ai danni dello sviluppo dell’identità dei bambini figli di stranieri (Aboud, F. E., 1988, Children and Prejudice) (Ambrosini M., Sociologia delle migrazioni);

che secondo l’Articolo 3 comma 1 della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza “in tutte le decisioni relative ai fanciulli, di competenza delle istituzioni pubbliche o private di assistenza sociale, dei tribunali, delle autorità amministrative o degli organi legislativi, l’interesse superiore del fanciullo deve essere una considerazione preminente”

che in un momento in cui la xenofobia e i segni d’intolleranza divengono più frequenti, scardinare i pregiudizi partendo dall’incontro e dalla conoscenza reciproca si fa ancor più fondamentale nell’ottica di porre le basi per una società di adulti coesa e tollerante, e che la scuola, prima forma di comunità non strettamente familiare nel quale si sperimenta l’incontro con l’alterità, gioca in questo un ruolo fondamentale;

evidenziato che una realtà come quella pratese, dove la percentuale di residenti stranieri raggiunge nel Giugno 2017 il 19,25%, e i bambini di origine straniera presenti nelle scuole di Prato costituiscono il 34% del totale, risentirebbe della norma applicata a Lodi in modo considerevole in quanto la città è da tempo capofila in sperimentazioni  e pratiche virtuose che pongano al centro approcci interculturali;

che Prato, la città con più alto numero di stranieri in Italia e allo stesso tempo quella con il più alto tasso di abbandono scolastico in Toscana, deve farsi laboratorio per le politiche d’inclusione etnica e sociale, nel quale si vivono e sperimentano pluralismo e diversità come elementi caratteristici della comunità e dove si possa guardare alle nuove generazioni per trovare nuove formule d’interazione culturale;

 

il Consiglio Comunale impegna l’Amministrazione Comunale di Prato a dichiarare piena contrarietà al nuovo Regolamento introdotto a Lodi e ad impegnarsi non solo affinché ciò non avvenga a Prato, ma anche affinché Prato sia in prima fila nella promozione dell’inclusione scolastica, riconoscendo il diritto a studio e fruizione dei servizi scolastici e ricercando modalità sempre più funzionali per garantire l’accesso al circuito scolastico e limitarne il prematuro abbandono;

impegna il Sindaco di Prato e, nella sua figura, la città di Prato, a mobilitarsi in questo senso, promuovendo iniziative politiche e culturali che vadano in questa direzione.

 

     

 

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