Meglio Legale

di Sacha Summa, responsabile organizzazione GD Prato

Meglio legale perchè ogni argomentazione, ogni questione, ogni dubbio e ogni aspetto a favore del proibizionismo si è dimostrato fallimentare rispetto ai benefici della legalizzazione.

Molti studi già evidenziano gli effetti benefici della cannabis a livello terapeutica, così come, nelle giuste dosi, ne hanno anche acidi o veleni, farmaci che nessuno si sognerebbe mai di rendere illegali, come la morfina o tachipirina, farmaci il quale abuso viene sempre sconsigliato dai bugiardini e dai medici. Eppure la lotta dello Stato ad una pianta non si ferma poichè, in alcuni casi, può avere effetti narcotici. Questo sembra il vero tema riguardo alla canapa, il suo essere psicoattiva e, se consumata in quantità eccessive, creare problemi fisici, esattamente come alcool, xanax, valium e tante altre cose perfettamente legali e con danni da abuso anche peggiori.

Se l’assurdità di queste differenze non dovesse bastare, l’assurdità nella lotta dura a questa pianta non finisce qui. Lo Stato brucia milioni di euro all’anno per combattere, inutilmente, l’utilizzo di una sostanza che, rimanendo nel mercato nero, rimpigua comunque per circa 3 miliardi di euro le tasche della criminalità organizzata. Tutto questo ha come risultato un problema sociale non indifferente, ovvero le 6 milioni di persone (10% degli italiani) che nel 2016 hanno ammesso di aver fatto uso di canapa e quindi perseguibili dalla legge, creando situazioni di disagio, di diffidenza e di inutili difficoltà ai cittadini e alle forze dell’ordine.

In un paese con tantissimi problemi di legalità, parte dell’impegno delle forze di polizia è volto a catturare chi fa uso di uno svago equiparabile ad un bicchiere di vino.

Barattiamo ogni giorno questi problemi causati dal proibizionismo con una presunta rettitudine morale che, anzichè mitigare il problema, lo aggrava. D’altronde basta vedere gli anni del proibizionismo alcolico in America e i motivi della sua revoca per capire perchè questa lotta non ha senso e crea molti problemi non risolvendone nessuno. Già, nessuno. I dati ci dimostrano che i cittadini consumatori di cannabis laddove è legale sono nella media se non inferiori ai paesi dove non è legale, con delle differenze non trascurabili però.

Dov’è legale, un minorenne ha più difficoltà a reperire la sostanza, dato che i negozi chiedono i documenti, mentre gli spacciatori (presenti in minor numero) chiaramente no.

Dov’è legale, il consumo può avvenire in posti adibiti, dove non lo è avviene nei posti più disparati, dalle scuole ai parchi pubblici.

Dov’è legale, una persona che sente di avere un problema di abuso si avvicina più volentieri ad autorità e supporto sanitario, dove non lo è invece la diffidenza la fa da padrona e chi abusa continua ad abusare, impaurito delle ripercussioni.

Dov’è legale lo Stato controlla la qualità e certifica la fruibilità del prodotto, dove non lo è il taglio con sostanze tossiche e altamente nocive volte ad aumentare dipendenza e peso è quasi una prassi.

Dov’è legale si controlla, si aiuta, si previene, dove non lo è si gioca a guardia e ladri sulla pelle dei cittadini garantendo i profitti alle mafie

 

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