di Francesco Bellandi, responsabile Sviluppo e Lavoro dei GD Prato
“L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro” art.1 Costituzione.
La soluzione ai problemi di questa città e del nostro paese non è l’assistenzialismo bensì il lavoro, senza dimenticare, in momenti di crisi strutturale come questa, interventi di sostegno al reddito. La povertà e la mancanza di lavoro non si risolvono puntando solo sul turismo: un settore importante sul quale dobbiamo continuare a investire. Dobbiamo infatti ricordarci che una città come Prato non può smettere di puntare alla sua vocazione manifatturiera.
È questione di responsabilità politica fornire risposte a tutte quelle persone che lavorano e creano lavoro nel distretto pratese, così come a tutte coloro che versano in condizioni di povertà. Difatti il lavoro dell’amministrazione va in questa direzione, non banalizzando la questione della povertà ma mettendo in campo gli strumenti per la città del domani.
L’obiettivo dello sviluppo della città deve essere migliorare la competitività per inserirsi nel mercato globale e avere ricadute positive sul sistema economico territoriale.
Fondamentali sono le strategie di ambito metropolitano. La città deve inserirsi nella logica globale con la forza che può darle tutto il comparto Fi-Po-Pt. Prato è e deve essere trainante delle dinamiche manifatturiere e produttive di questa area e del centro Italia.
Associare, a progetti di rigenerazione urbana e qualità della vita, gli investimenti sulla rete infrastrutturale, fisica e digitale, serve a dare gli strumenti per rilanciare lo sviluppo economico nel nostro distretto, rendendolo più attrattivo agli investimenti e più competitivo. Attrarre investimenti significa anche potenziare i centri di servizi per le imprese e sportelli unici per l’accesso ai bandi, ai finanziamenti e al credito, deburocratizzando e migliorando l’efficienza della pubblica amministrazione.
Dobbiamo incentivare forme di collaborazione territoriale e internazionale di imprese e consorzi valorizzando il brand made in Prato come marchio di certificazione, che sia garanzia della filiera produttiva. È necessario anche favorire investimenti in processi produttivi compatibili con la sostenibilità ambientale, ricordando che Prato si colloca nel quadro nazionale come città cardine del riciclo e del riuso.
Non scordiamoci poi di puntare sui centri di ricerca e sviluppo che studino le prospettive economiche e produttive globali, per direzionare gli investimenti pubblici e privati, affinché le imprese possano essere sempre più competitive, e che lavorino all’innovazione tecnologica dei macchinari per modernizzare i processi produttivi.
Occorre dare alle imprese gli strumenti per essere veramente flessibili nel mercato globale, una flessibilità che non riguardi solo il lavoro e il lavoratore ma l’intera impresa. Bisogna fornire strumenti per una formazione professionale qualificata e competitiva.
Un turismo sostenibile e responsabile si inserisce nelle strategie di sviluppo: far conoscere la nostra città e la qualità dei nostri prodotti attraverso un circuito turistico e fieristico è un modo per attrarre investimenti e capitali. Questa strategia deve necessariamente essere coordinata ed integrata con gli altri interventi.
L’infrastrutturazione digitale, il potenziamento del sistema ferroviario e dell’interporto, nella città più industriale della Toscana, significano creare nuove possibilità e opportunità di lavoro sviluppo e crescita. Una crescita sostenibile circolare e competitiva.
Tutto ciò significa credere nella vocazione manifatturiera a Prato, tutto ciò vuol dire fare reali politiche di crescita economica, che possano realmente contrastare la povertà, parlando di lavoro e non di assistenza.
