Gridavano, pensi, di essere sfruttati – Ciclo formativo di incontri sui diritti del lavoro
Gridavano, pensi, di essere sfruttati – Ciclo formativo di incontri sui diritti del lavoro

Gridavano, pensi, di essere sfruttati – Ciclo formativo di incontri sui diritti del lavoro

di Aksel Fazio, responsabile lavoro e politiche sociali GD Prato

UNA GENERAZIONE INCONSAPEVOLE DEI PROPRI DIRITTI

Era il 2017: la nostra giovanile era composta per la maggior parte da studentesse e studenti e da persone che si stavano da poco affacciando al mondo del lavoro, e nei momenti dedicati al tema del lavoro spesso ci raccontavamo dei nostri dubbi e delle nostre condizioni personali: “il mio capo mi ha detto di filmarmi quando chiudo la cassa, ma è legittimo?”; “mi è stato detto che prenderò 8 euro l’ora, ma come verifico se va bene?”; “all’inizio mi faranno un tirocinio non retribuito, ma poi mi assumeranno, ma si può fare?”; “sono un apprendista ma mi lasciano solo in negozio, e se succede qualcosa che faccio?”; “se mi mettono in mobilità posso fare un altro lavoro?”. Quello che abbiamo percepito è che troppo spesso fin da giovani ci mancano gli anticorpi per il mondo del lavoro, e che iniziamo le prime esperienze inconsapevoli dei nostri diritti e impreparati a rivendicarli. Senza saperlo o senza avere gli strumenti per denunciarlo, molti di noi vivevano dei veri e propri abusi.

Così abbiamo iniziato a formarci: cruciali, nel guidarci, sono stati i momenti di ascolto e confronto con i sindacati confederali. Abbiamo assunto consapevolezza dell’asimmetria di potere tra chi lavora e chi gestisce i processi decisionali, della disparità di potere rispetto al genere, alla provenienza, alla condizione sociale, all’abilità. 

Non si deve accettare tutto, non va sempre bene tutto, e più di tutto: chi ti offre un lavoro non ti fa un favore. Non è tollerabile che si chini ancora la testa di fronte a chi calpesta i nostri diritti. A mancare, prima ancora delle tutele, è la diffusione di una cultura dei diritti sul luogo di lavoro. Per questo abbiamo pensato che il primo canale su cui investire dovesse essere la scuola. Abbiamo organizzato delle assemblee con i sindacati, raccogliendo materiale di discussione; così, abbiamo costruito incontri rivolti ai ragazzi e alle ragazze delle scuole superiori, nella convinzione che la scuola abbia il fondamentale ruolo di formare cittadini e cittadine di domani che abbiamo coscienza della propria condizione e dei propri diritti.

Perché il lavoro non è un bene di lusso, e certamente non è un privilegio: è un diritto. Che roba eh, contessa. 

Il percorso sul lavoro è proseguito negli anni successivi, arricchendosi anche di battaglie intersezionali. Perché non esiste una scatola chiusa in cui inserire il lavoro. Non esiste un luogo chiaro in cui contestare l’assenza di diritti. Non esistono casi isolati, ma lavoratori soli. Esiste un sistema sociale complesso che vede intrecciarsi moltissimi aspetti delle nostre vite. Analizzare e comprendere questi legami è il punto di partenza per la costruzione di politiche efficaci.

 

“GRIDAVANO, PENSI, DI ESSERE SFRUTTATI”

Abbiamo così pensato di attivare una serie di incontri formativi rivolti alle giovani generazioni, lavoratori e lavoratrici in atto e potenziali, da portare avanti con la guida delle rappresentanze, per porre le basi della progettazione di un sistema lavorativo inclusivo e non discriminatorio, dove sia riconosciuto il valore del tempo, dove le inclinazioni personali abbiano realmente una centralità e per il quale non sia l’insieme dei privilegi alla nascita a determinare la crescita della persona e il suo inserimento nella società. Abbiamo trovato nei sindacati degli interlocutori indispensabili e sempre disponibili al confronto. 

Il fulcro di questi incontri sarà quindi chi lavora o si appresta a farlo, ma la partecipazione è aperta a tutti e tutte. 

In un contesto dove il ritratto del lavoratore sui canali di comunicazione è spesso fornito da chi impiega, questi incontri costituiscono l’occasione per ascoltare la voce sottorappresentata di chi costituisce l’altra parte contrattuale e di chi questa parte cerca di tutelarla. Si tratta quindi di un momento prezioso di cui può giovare tutta la comunità. 

Il primo incontro previsto per il 19 marzo sarà l’occasione per sperimentare questo modello, insieme al settore simbolo della nostra città: il tessile.
Ascolteremo i vissuti di chi il mondo del lavoro lo vive quotidianamente, consapevoli che, pur nelle differenze delle mansioni svolte, sfruttamento e precarietà sono condizioni ancora troppo comuni. Successivamente questo spazio sarà occupato dalle altre categorie e settori lavorativi. 

 

 

Obiettivo formativo

Come lavoratrici e lavoratori, assumere consapevolezza di ciò che ci viene tolto, omesso o negato è il primo passo. Comprendere che non siamo soli e sole è il secondo. Con la frammentazione delle condizioni contrattuali, divisi e impreparati, siamo prede inermi in un sistema liberista che negli eccessi del capitalismo non riesce a tutelare le persone, lasciandole al destino di merce a ribasso sul bancone del mercato.

Dobbiamo lottare affinché chi lavora abbia la forza per superare ogni titubanza e pretendere il rispetto dei propri diritti. Riunendoci e costruendo questa coscienza, nella comprensione che spesso la condizione dell’altro è la mia, speriamo di poter costruire uno spazio di confronto proficuo tra l’esperienza di chi lavora e la preparazione di chi tutela.  

Obiettivo politico 

Come forza politica dobbiamo prima di tutto conoscere e capire la realtà del lavoratore.

Oltre al fondamentale ruolo che la formazione e la sindacalizzazione dei lavoratori e delle lavoratrici di oggi e di domani ha nella diffusione di una cultura dei diritti, infatti, questo ciclo di incontri ha per noi anche un forte valore politico.

Nel rapporto con il mondo sindacale, negli anni, la condivisione delle analisi elaborate e dei dati raccolti ha costantemente arricchito la riflessione dell’organizzazione giovanile, anche termini di elaborazione di vere e proprie proposte che vadano ad agire sul terreno dei diritti, a combattere lo sfruttamento e il precariato: molte di queste proposte si sono già tradotte in percorsi amministrativi.

La collaborazione tra politica e sindacalismo, infatti, è la chiave del contrasto alla svalutazione del lavoro, in una prospettiva sinergica che combatta lo sfruttamento sia sul piano culturale, sia su quello materiale. 

 

 

Calendario

[in costruzione]

  • settore tessile → 19 marzo 2021, ore 21:00
  • settore metalmeccanico
  • settore commercio
  • questione di genere
  • settore autonomo 
  • settore edile
  • [prossimi incontri]

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