Europa: i punti chiave del declino… e una speranza
Europa: i punti chiave del declino… e una speranza

Europa: i punti chiave del declino… e una speranza

articolo di Matteo Manera, Prosperous Club

Il declino del progetto Europeo è davanti agli occhi di tutti e la leadership sovranazionale non sembra riuscire a superare gli ostacoli che si pongono davanti al futuro della Comunità. Questo però è solo il punto di arrivo di una serie di avvenimenti che hanno messo in crisi l’Unione e testimoniano il lento disgregamento della stessa.

La Costituzione Europea. La prima data da osservare è il 29 Maggio 2005: Con 15 449 508 voti (54.68%)  il popolo francese esprime il suo voto contrario all’adottamento di una Costituzione Europea, e di fatto, ferma il processo Comunitario di ratifica dello stesso.

Il progetto di una Costituzione Europea nasce nel 2003 con l’intento di dare all’UE un assetto politico chiaro riguardo alle sue istituzioni, alle sue competenze, alle modalità decisionali e alla politica estera; oltre a sostituire i diversi trattati esistenti che al momento costituivano la base giuridica dell’Unione. I 27 stati membri avrebbero dovuto ratificare attraverso referendum o maggioranza parlamentare (come nel caso italiano) il testo unico per completare il processo di semi-unificazione costituzionale degli Stati Membri. Il diniego francese però, seguito da quello del referendum olandese (fortemente influenzato dall’esito del primo), segna di fatto l’inizio del declino della creatura sovranazionale. La mancata unificazione costituzionale, seppur parziale, ha bloccato la crescita naturale della Comunità Europea, fermando il processo di realizzazione dell’unità istituzionale prefissata alla nascita del progetto. Questo passo indietro è cruciale per capire l’evoluzione delle sorti Europee, che da questo momento iniziano a vacillare.

La crisi economica del 2007. Lo scoppio alla fine del 2007 della bolla speculativa del mercato immobiliare è un altro evento importante da osservare ai fini della nostra analisi. La recessione nata negli USA viene percepita considerevolmente dagli Stati Europei solo dall’inizio del 2009, che risentono in quell’anno forti diminuzioni del PIL ( Irlanda -5,0% ; Regno Unito -2.8% ;  Germania -2.3%;  Italia -3,1% ) e un aumento verticale del tasso di disoccupazione.

L’impatto sociale della crisi economica mondiale è notevole, la diminuzione del reddito medio e del tasso di occupazione, la riduzione del potere d’acquisto e del welfare innescano meccanismi d’incremento delle disuguaglianze sociali in molti paesi dell’Eurozona.

Citando Stiglitz, Premio Nobel per l’Economia nel 2001: “Nelle democrazie dell’eurozona, l’ostilità verso la moneta unica sta degenerando in un’ostilità verso il più vasto progetto dell’Europa Unita e dei suoi valori costituenti”

La crescita dell’Euroscetticismo. Gli stessi effetti sociali della recessione e la crescente insoddisfazione nei confronti dell’Unione Europea, percepita come inadeguata ad affrontare gli ostacoli del nuovo millennio, sono alla base della nascita e proliferazione di partiti Euroscettici in tutti gli stati Membri.

Il Front National, il partito nazionalista euroscettico  guidato da Marine LePen, registra una crescita considerevole dalle elezioni Europee del 2009 nelle quali ottiene il 6,3% dei voti; passando nelle Legislative del 2012 al 13,6% e a rappresentare alle Europee del 2014 il 24,9% dell’elettorato Francese.

Altro esempio calzante è l’UKIP, partito inglese di destra nazionalista euroscettico, che nel 2009 ottiene il 16,6% alle elezioni Europee, il 23% dei voti alle amministrative del 2013 e il 27.5% alle Europee del 2014, registrando così una forte crescita nell’ultimo decennio.

Effetto conseguente di tale proliferazione è dunque la definita rottura tra uno degli Stati Membri e l’UE: l’uscita del Regno Unito.

La Brexit. Il 23 Giugno 2016 è quindi forse la data più critica per il progetto europeo: il popolo inglese con il 51,8% dei voti dichiara la sua volontà di uscire dalla Comunità Europea.

La campagna referendaria per il LEAVE portata avanti dall’UKIP e Britain First è stata incentrata sul riprendere il controllo della sovranità nazionale sotto il punto legislativo ed economico, la possibilità di gestire autonomamente la questione migranti e la volontà di ridurre la burocrazia generata dalle restrizioni europee. La vittoria del Leave sul Remain è la spia d’allarme del progressivo declino e involuzione di un’Europa sempre più dimentica della sua storia e della sua vocazione.

Secondo Sigmar Gabriel, Vice Cancelliere e Ministro federale degli Affari Economici e dell’Energia Tedesco: “La Brexit è stata negativa, ma non ci colpirà tanto economicamente, come qualcuno teme, bensì sarà più un problema psicologico e un grave precedente politico”

L’effetto domino infatti è la conseguenza più pericolosa all’alba della BREXIT, i partiti Euroscettici nelle settimane successive hanno cavalcato l’ondata politica che ha investito Bruxelles, spingendo l’opinione pubblica per un’emulazione referendaria in ogni Stato.

Marine Le Pen ha già chiesto un Referendum in Francia per far decidere ai cittadini della permanenza del Paese all’interno dell’Unione, Geert Wilders, leader 

 

europa
Inserisci una didascalia

 

PVV Olandese,  parla di giornata storica (23 Giugno) e anch’egli ha chiesto un referendum per la “Nexit”.

Il summit di Ventotene. Altra data importante per il percorso Europeo è il summit di Ventotene tra i leader di Germania, Italia e Francia, tenutosi il 22 Agosto 2016.Spinte di secessione europea provengono anche da paesi come l’Austria, l’Ungheria e la Polonia, come riportato dal grafico di The Express sulla crescita dell’Euroscetticismo in Europa all’indomani della BREXIT.

Ventotene è un luogo simbolo del progetto Europa, nel 1941 Altiero Spinelli, Ernesto Rossi e Eugenio Colorni, al confino sull’isola omonima, scrissero il manifesto “Per un’Europa libera e unita” che ispirò il processo di integrazione europea culminato con la nascita dell’Unione Europea nel 1992.

L’intento alla base del meeting trilaterale è di rilanciare la sfida europea, dare nuova linfa ad una comunità uscita con le ossa rotta dalla Brexit e dimostrare che il declino del progetto comunitario può essere fermato. I temi in tavola sono gli stessi che hanno portato l’uscita del Regno Unito:  crescita economica, difesa, investimenti e infine l’emergenza immigrazione. L’immagine dei tre leader europei dopo il vertice di Ventotene sembrava aver rassicurato sia l’opinione pubblica che le istituzioni europee sulla direzione da prendere: agire con unità e coordinazione nell’affrontare e risolvere problemi.

Il summit di Bratislava. La seconda tappa del progetto post Brexit è il summit di Bratislava, tenutosi il 15-16 Settembre 2016, dove per la prima volta in veste informale, i leader dei 27 paesi (rimanenti, ndr) si sono riuniti per discutere del futuro della cosiddetta EU27.

Il meeting si è concluso con la formulazione della “Declaration and roadmap of Bratislava” che pone i seguenti obbiettivi:

    1. ottenere il pieno controllo dei confini esterni dell’Unione;

 

    1.  garantire la sicurezza interna e combattere il terrorismo;

 

    1. aumentare la cooperazione tra i paesi dell’Unione nel campo della difesa;

 

    1. potenziare il mercato unico.

 

Ma tra il dire e il fare, come si suol dire, vi è un abisso. Lo stesso Renzi al termine dell’incontro si è espresso così: “Ma come? Bratislava è il grande appuntamento, la grande occasione per una discussione alta e vi presentate con un documento a tirar via? Non sono soddisfatto delle conclusioni”

Bratislava è infatti l’ennesimo teatrino di un’Europa unita nelle parole ma non nelle azioni: neppure il documento riassuntivo del summit menziona nessuna proposta concreta o stanziamento di fondi per per la risoluzione dei punti preposti.

Le future tappe importanti. I 27 ottobre si incontreranno di nuovo informalmente all’inizio del 2017 in La Valletta.Il 25 marzo dello stesso anno invece la celebrazione del 60esimo anniversario del Trattato di Roma, l’atto fondativo della CEE, riunirà nuovamente I leader nella capitale Italiana e sarà l’occasione di concludere il processo iniziato a Bratislava.

Ma prima di questi due vertici ci attende un’altra data importante da osservare con attenzione: il 4 Dicembre 2016. In questa giornata si terrà il Referendum Costituzionale in Italia e la ripetizione delle Presidenziali in Austria tra Verdi e FPÖ, a causa di brogli elettorali registrati durante la votazione del 22 Maggio.

L’Europa ha davanti a sé molte sfide di natura economica, sociale e politica, in questi prossimi due anni dovrà dimostrare di essere in grado di superarle e completare il progetto di unificazione Europea prefissato alle sue origini. Sarà in grado? Solo il tempo potrà darci una risposta.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

http://www.nextprato.it/
X