Europa ed eguaglianza, il mio voto ad Andrea Orlando
Europa ed eguaglianza, il mio voto ad Andrea Orlando

Europa ed eguaglianza, il mio voto ad Andrea Orlando

di Francesco Bellandi, coordinatore del comitato “GO! Giovani per Orlando Prato”

Unire L’italia, unire il Pd, aggiungerei unire l’Europa. Nella scorsa manifestazione a sostegno e al rilancio dell’Europa c’era solamente Andrea Orlando dei candidati alla Segreteria del Pd. Un scelta seria e concreta, con una posizione nettamente riformista-progressista nei confronti della UE. Non solo parole, ma anche azione e mobilitazione.

Il Principio della legalità al centro della nostra proposta politica, è uno dei principi fondanti la sua candidatura e la sua mozione: dobbiamo ritornare a porre al centro del nostro quadro culturale la Legalità, uno  dei punti cardine da cui ripartire da questa situazione incagliata. Al centro della proposta politica ci sono così anche la formazione, la cultura e l’educazione al vivere comune.

Sostengo Andrea Orlando perché mette al centro del progetto gli iscritti, gli elettori, e vuole farlo anche con nuove forme di partecipazione, poiché crede nel partito in cui si valorizza il percorso in politica e non il potere che si può esercitare, un luogo inclusivo e che fa ricchezza delle differenze.

Enrico Berlinguer diceva: “siamo un grande forza democratica di trasformazione, e noi stesi vogliamo rinnovarci continuamente per non venire meno agli appuntamenti che la storia ci chiede”.

In questa frase si trova tanto del progetto politico di Unire l’Italia Unire il PD, un progetto politico “resiliente”, dinamico, capace di adattarsi al mutamento della Storia, perché siamo nella storia e perché ci proponiamo di cambiare il futuro.

E’ un esercizio di retorica allacciarsi solo alle parole dette al Lingotto nel 2007, la storia e il contesto storico sono profondamente mutati. Ieri c’era un bipolarismo, con una legge elettorale con premo di maggioranza, oggi un tripolarismo con un puro proporzionale; ieri una società in crescita e in un sistema economico sostenibile, mentre oggi siamo in un mondo in cui le distanze e diseguaglianze aumentano, in cui gli strati sociali si sfaldano e la crisi economica è divenuta sociale, civile e culturale. Ecco che Andrea Orlando mette al centro del suo progetto politico, la povertà e la necessità di ridurre le Diseguaglianze per recuperare quel senso comune e solidale che il partito e l’Italia stanno lentamente perdendo: ridurre le distanze e ritessere le comunità sono parole al centro della proposta politica.

Andrea Orlando propone di tornare a parlare, agli ultimi, attraverso un grande piano per ridurre le distanze, un grande piano contro la povertà, sostenibile, perché finanziato da chi in questo paese ha migliorato la sua situazione economica e chi sta meglio. Un progetto politico solidale. Un progetto politico che riduca le distanze anche nella Possibilità che ogni cittadino deve avere, per studiare, lavorare, vivere. Le distanze nella nostra società vanno ricucite anche nella città, nelle fabbriche e nelle persone. Una legge che riduca le distanze rispetto alla pensione e al welfare statale tra le generazioni che vivono in questo paese. Una legge che riduca le distanze tra il lavoro dai giovani e quello dei più anziani, una legge che utilizzi come mezzo di comparazione per ottenere benefici fiscali ed economici l’isee e il patrimonio in generale. Una serie di interventi in cui l’equità e la redistribuzione torni al centro del panorama politico.

La diseguaglianze sono quella muta voce, che il 4 dicembre ci hanno manifestato con grande forza, tutta l’insofferenza e l’intolleranza che esiste in questo paese, prosciugato di prospettive possibilità ed equità.

Dovevamo fermarci, con tutto il gruppo dirigente, fermarci a riflettere e metterci “in cammino” tra le persone, non sul palco del Lingotto, o su qualche vetrina internazionale, dovevamo metterci in cammino tra quei mondi che il Pd non vogliono più sostenerlo o non lo vedono come un punto di riferimento, in cammino verso quella parte della società che ci ha urlato contro il suo disagio. Non è stato il fallimento o la colpa solo dell’ex segretario il 4 dicembre, ma il fallimento di un modo di fare proposta politica e di pensare l’azione politica. E Andrea Orlando si è messo davvero “in cammino” per Unire l’Italia e il PD,  tra le persone, nei piccoli centri, nelle periferie, non per farsi le foto, ma per fotografare ed osservare quelle parti del paese, per osservare e capire, per capire come arginare il crescente “nervosismo sociale” (ho volutamente chiamato il “populismo” nervosismo sociale, perché questo altro non è, visto che il populismo in questi anni è entrato a fare parte anche del nostro linguaggio). Osservare per progettare e poi costruire. Costruire con progetti che devono essere discussi dal “basso”, costruiti insieme e assieme ai corpi intermedi e alla società, con gli iscritti, con  Professori e cultori delle materie, tornare a mettere al centro delle Riforme chi in quelle materie di riforma ci vive e chi ne è il destinatario, costruire comune è la base per potere far sentire proprio qualcosa, e quando qualcosa è anche nostro lo difendiamo e lo promuoviamo con convinzione.

Cinque sono i principi fondamentali della mozione Orlando, tutta la proposta è articolata e filtrata attorno a questi ideali: equità, ridurre le diseguaglianze, pari opportunità (non tutti hanno le stesse opportunità e possibilità), sostenibilità (ambientale, programmare strategie economiche compatibili con l’ambiente, sociale, ed economica, ovvero programmare strategie economiche che mettendole in pratica oggi, non ricadano negativamente sulle generazioni future).

Credo che i Problemi della crisi contemporanea del Partito e del Paese siano come quelli dell’architettura e della città, mi piace paragonarli al cubo di rubik, complesso sistema di piccole parti differenti, ogni azione impressa su un cubettino si ripercuote sulle altre facce, per quanto una mossa possa sembrare sbagliata se c’è una mano o un gruppo di persone in grado di saper fare la mossa giusta, la composizione si avvera, ad ogni piccola azione corrisponde un progetto più ampio, risolvere il cubo, ogni azione politica o proposta politica se non si ha uno sguardo lungimirante rimane la piccola mossa del cubettino, rimane quel movimento impresso senza spingere ad una soluzione reale e finale. La proposta di Andrea Orlando va in questa direzione: grandi principi per ricostruire con azione costanti il PD e il Paese, e io credo che non ci sia mano più esperta della sua nel coordinare sapientemente coloro che in questo Partito e questo paese vogliono risolvere e ricostruire un futuro.

Un proposta politica in cui il segretario del Partito faccia il segretario, una figura che sia mediatore e il coordinatore delle idee. Perchè la politica è l’arte della mediazione e non dell’imposizione. Perchè abbiamo bisogno di una leadership comunitaria e non personalista, perchè abbiamo bisogno del Comunitarismo di un leader.

Un progetto politico unitario e completo, una proposta sincera concreta per ridurre le distanze economico-sociali e della politica.

Una proposta politica ricca di strategie lungimiranti, di indetità e valori, per ricostruire il centrosinistra e tornare a goveranere questo paese, che senza il PD come guida del al timone rischia di naufragare nel Nervosismo Sociale.

Con queste parole, vi ringrazio e Vi chiedo di sostenere Andrea Orlando, la sua e la nostra mozione, per la guida del Partito Democratico, dell’Italia e dell’Europa.

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