Un Laboratorio-Museo interattivo nell’Area Vasta
Un Laboratorio-Museo interattivo nell’Area Vasta

Un Laboratorio-Museo interattivo nell’Area Vasta

                                                                                                                          di Francesco Bellandi, Responsabile Sviluppo GD Prato e

                                                                                                          Maria Logli, Responsabile Integrazione e politiche sociali GD Prato

 

Area Vasta. Lo spazio geografico che va da Pistoia passando per Prato fino tutta la Provincia Fiorentina della “Piana” rientra nella denominazione di Area Vasta. In questa zona si trovano interazioni e condizioni favorevoli ad un amalgama del tessuto costruito e sociale: essa è, in tutti i sensi, una Città Metropolitana (Pistoia-Prato-Firenze). La progettualità degli spazi, anche quelli più piccoli, deve essere condivisa e supervisionata da un organo superiore che garantisca la sostenibilità totale di tutta la programmazione dell’area urbanizzata; sostenibilità significa rendere possibile oggi qualcosa che sarà utile per la società e le generazioni del domani, in un’ottica di miglioramento e di sostegno al futuro e alle possibilità di progresso senza danno alla vita. Avanziamo una serie di proposte e progetti strutturati sul territorio metropolitano, perché per noi il Progetto e la Programmazione della Città Metropolitana devono allargarsi rispetto alla sola ex provincia di Firenze. Serve avere una visione ampia che coinvolga anche la Provincia di Pistoia e soprattutto quella di Prato, che si trova in un’area Urbanizzata continua e omogenea, dove i flussi di popolazione sono costantemente in movimento, in uno spazio che è unito non solo dal concetto di Abitare ma anche per caratteristiche storico-culturali, morfologiche e sociologiche. E’ importante riconoscere come Prato sia fondamentale in questo processo a causa della sua posizione centrale e del suo ruolo cardine dell’area vasta; questa città ha in sé una quantità di spazi e luoghi strategici per il rilancio Metropolitano e della città Metropolitana Contemporanea che devono essere potenziati e valorizzati, è un polo di Ricerca urbanistica e di Progettazione della società, ed è il luogo che con più forza può farsi carico del rilancio di questa grande Polis. E’ necessario comprendere, relativamente al concetto di abitare, che gli Abitanti non sono coloro che abitano un luogo in modo fisso e stabile, e che quindi non si dividono in abitanti di Firenze, di Prato o di Pistoia: essi sono piuttosto coloro che vivono lo spazio, lo riempiono, ne entrano a far parte, in modo svincolato dal domicilio. Abitante, in una concezione urbanistica del termine, è colui che vive la città anche per un solo istante, abitando lo spazio, animandolo, contribuendo a cambiare l’aspetto, le dinamiche, le interazioni che il luogo fisico ospita. La città, dunque, è di chi la vive. Vogliamo superare il concetto campanilistico dello spazio proprio di una comunità: noi crediamo fortemente nella comunità metropolitana, dove si salvaguardano le identità e la caratteristiche locali, in una scala di progettazione e programmazione che però sia ampia e possa così garantire una migliore coerenza e capacità di sviluppo del territorio. E’ con questo disegno in mente e con queste finalità che lanciamo una prima proposta per l’Area Vasta: un Laboratorio-Museo del Linguaggio e della Lingua.

 

Laboratorio-museo interattivo. Nella visione di un progetto comune di valorizzazione del territorio è necessaria una progettazione collaborativa, con il presupposto di fare della ricchezza e delle caratteristiche di ciascun territorio non un elemento di competitività di quel singolo luogo, bensì un fattore di attrattività per l’intera area: in quest’ottica, fondamentale è la messa in rete e la condivisione delle risorse culturali, artistiche e urbanistiche, il tutto opportunamente connesso da un sistema di trasporti adeguato. Questo può declinarsi in modo diverso a Prato, Pistoia e Firenze, partendo dalle peculiarità del territorio e della sua storia. Proponiamo dunque un progetto che coinvolga le tre città e le metta in connessione:

 

 

 

  • un Laboratorio-Museo interattivo che affronti il tema dell’interculturalità e del cosmopolitismo a Prato, partendo dalla conoscenza della lingua, risalendo alla comprensione delle culture ed arrivando al senso di identità pratese oggi, concetto la cui anima saranno proprio le associazioni di migranti;

 

 

 

  • a Pistoia, Capitale della cultura 2017, sarebbe interessante affrontare il tema del Linguaggio come patrimonio antropologico attraverso lo sviluppo della comunicazione, dagli albori della comparsa dell’uomo sulla terra per giungere al linguaggio informatizzato e il paradossale isolamento individualistico accentuato dal fenomeno dei social-media e degli smartphone, come ci ricorda il sociologo Bauman;

 

 

 

  • per quanto riguarda Firenze, proporremmo di approfondire il percorso storico della lingua italiana, partendo dal latino fino a giungere agli ultimi grandi filologi e scrittori come Umberto Eco, passando per Dante e Manzoni e ricordando l’influenza del dialetto fiorentino sulla lingua italiana.

 

 

I tre progetti devono essere connessi da un punto di vista organizzativo e strutturale costituendo una sorta di grande “Laboratorio-Museo dislocato” con mostre itineranti e caratterizzazione interattiva, nell’ottica dell’area metropolitana e della pianificazione comune, affinché tutte le realtà possano avvalorarsi vicendevolmente. Sono Progetti che vogliono riavvicinare le persone alla comprensione del Linguaggio e della Lingua, in un’epoca nella quale i rapporti sociali e le interazioni, specie per quanto riguarda la sfera della comunicazione, sono arrivati ad essere logorati e fragili, probabilmente anche a causa della perdita del contatto fisico tra le parti in causa, della distanza creata dal mezzo tecnologico che si interpone tra i soggetti e della concezione che l’interazione “faccia a faccia” non sia più indispensabile in ogni situazione: la comunicazione si è come svincolata dai comunicatori. L’aspetto della Lingua, poi, è fondamentale per diverse ragioni. Lo abbiamo voluto chiamare Laboratorio-museo per il significato importante che entrambe queste parole trasmettono.

Laboratorio, perché abbiamo l’ambizione di renderlo un luogo di interazione, di crescita, di ricerca e di dialogo costanti, uno spazio dinamico, coinvolgente e reso vivo dalla forza vibrante della cultura che conosce se stessa e si sviluppa e declina sotto nuove forme incontrandosi, fondendosi o riconoscendosi nel suddetto diverso.

Museo, perché crediamo che la cultura debba essere valorizzata, conosciuta, illustrata, ma vorremmo anche che venisse superata l’accezione passiva che viene attribuita al termine, per la quale si associa il termine “museo” ad uno spazio di rappresentazione puntuale di una cultura come qualcosa di cristallizzato e immobile in cui lo spettatore è passivo o mero interprete; pensiamo invece al Museo come al Luogo delle Muse, in cui la cultura e la bellezza non vengano solo mostrate ma anche create, conosciute, vissute, penetrate, nella visione della cultura come di un qualcosa che ha bisogno di una spinta progressista verso l’apertura, la novità, la creatività e l’imprevedibilità.

Un focus su Prato. Riguardo al polo di Prato nello specifico, vorremmo farne un luogo d’incontro tra culture e Lingue, in cui far avanzare la ricerca ed approfondire la conoscenza reciproca, cosicché lo straniero, l’immigrato, l’altro in generale non sia più alienum ma diversi altri si incontrino e conoscano, si mescolino, si confrontino e creino un grande Noi.  In un mondo in cui il Patrimonio culturale è comune e di tutti, l’obbiettivo è quello di valorizzare la cultura, spianare la strada al multiculturalismo, creare uno spazio in cui ciascuno sia libero di prender parte a questo insieme inclusivo. L’integrazione necessita dell’abbattimento dei pregiudizi e della paura, e l’unico modo per combatterli è conoscersi ed aprirsi a questo NoiSarebbe molto interessante che percorsi strutturati insieme al personale indicato per la gestione del museo, tra associazioni culturali, etniche e di migranti, venissero portati nelle scuole e negli istituti, con percorsi di informazione e formazione.

Anche da qui nasce l’idea del Laboratorio-Museo, che dovrà essere gestito in collaborazione con le associazioni che si occupano d’integrazione, a partire da quelle di migranti, che qui a Prato rappresentano il 18,2% degli abitanti. Tali associazioni costituiscono una realtà fondamentale sul nostro territorio e contribuiscono all’individuazione di problematiche e all’ideazione di proposte e idee. Per questo fondamentale è non solo ascoltarle, ma anche portare avanti la strutturazione dei progetti insieme a loro. Tra le varie proposte che vedranno questo tipo di collaborazione vi è quella di un polo multiculturale, di cui parleremo prossimamente.

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