Pillo il Partigiano
Pillo il Partigiano

Pillo il Partigiano

Di Francesco Natali, iscritto GD Prato

 

Arriva la notizia da Firenze che il murale dedicato al partigiano Silvano Sarti è stato imbrattato con colla e vernice lo scorso 20 Luglio in Via Antonio del Pollaiolo.

Questo gesto vile ci riporta a parlare di antifascismo e dei valori che ogni cittadino dovrebbe incarnare grazie alla storia che il nostro paese ha vissuto nel secolo scorso soffrendo sulla propria pelle quello che ha significato il Regime Fascista.

Come Giovani Democratici condanniamo con fermezza tali gesti, sintomo di ignoranza e  rigurgito di un’ideologia dannosa che tutt’oggi dovrebbe essere superata anche grazie al ruolo ricoperto dalle associazioni antifasciste, sempre in prima linea per ricordarci le gesta eroiche di tante e tanti giovani come noi che ci salvarono dal dominio di un uomo solo al comando intento a creare una dittatura fondata sull’odio, sul razzismo e sulla repressione. È da sottolineare che la lotta alle ventate neofasciste non è frutto di ideali classisti o di lobby elevate e esclusiviste, ma semplice riconoscimento della Costituzione Italiana che ci è stata affidata dal 1948: va ricordato che nelle disposizioni transitorie e finali è espressamente indicato che è vietata la riorganizzazione in qualsiasi forma del disciolto Partito Fascista (ex art 48 Cost.).  

Alla luce di tale gesto, credo sia necessario far comprendere a coloro che hanno compiuto tale atto meschino il motivo per cui l’Italia si basa sui valori dell’antifascismo e sul rifiuto di ogni forma di discriminazione etnica, culturale e linguistica. Per fare questo, è utile ricordare a tutti la storia di vita e battaglia che il giovane Pillo portò avanti per garantire la libertà e la democrazia di cui oggi godiamo e che troppo spesso diamo per scontata, frutto di lotta violenta, opposizione e partecipazione politica dei nostri antenati. Sarti si distinse in particolare per la liberazione di Firenze nell’Agosto 1944 regalando alla sua città la tanto agognata libertà che tutta la nostra nazione meritava da tempo.

Ma andiamo per gradi. Silvano Sarti, classe 1925, nome di battaglia Pillo, fu un partigiano e uomo che nel corso della sua giovinezza si trovò a combattere un’ideologia che non appoggiava, il Fascismo. La sua giovinezza finì molto presto: all’età di 15 anni iniziò a lavorare presso il calzaturificio Rangoni di Firenze; fin da ragazzo si impegnò attivamente in politica, partecipando clandestinamente alla raccolta di fondi per le famiglie degli antifascisti arrestati con il Partito Comunista. La sua diserzione fu molto forte e le battaglie che portò avanti furono così decise che l’8 Settembre 1943 fu arrestato ed internato a Cassino per diserzione, non essendosi arruolato nell’esercito della Repubblica Sociale guidata da Mussolini. Sarti fuggì dal carcere e tornato a Firenze si arruolò nelle Squadre d’Azione Patriottica. Partecipò a diverse azioni sovversive, di guerriglia e di sabotaggi delle truppe tedesche e fu uno dei tanti giovani che  parteciparono alla liberazione di Firenze dall’occupazione Nazifascista.

Nel dopoguerra Sarti si impegnò nella ricostruzione del Partito Comunista e divenne segretario  provinciale della Filtea, associazione sindacale dei lavoratori tessili facente parte della CGIL, fino a diventarne segretario nazionale negli anni ‘70.

Da partigiano, già dal dopoguerra fece parte dell’ANPI e ne fu presidente provinciale per otto anni, fino a divenire membro onorario della sezione di Firenze e successivamente membro onorario nazionale.

Si impegnò attivamente nella divulgazione dei valori dell’antifascismo e del rifiuto all’odio razziale partecipando a numerose iniziative nelle scuole, provando a far germogliare il seme della Resistenza nelle giovani generazioni che non hanno vissuto quegli anni di lotte e contestazione.

Sarti è deceduto nella notte nel 24 Gennaio 2019, il feretro è stato esposto in Palazzo Vecchio e oltre duemila persone, fra cittadini, membri delle istituzioni e delle associazioni gli diedero l’ultimo saluto nei funerali laici avvenuti nei giorni successivi in Piazza della Signoria ai piedi del palazzo comunale.

Personalmente ebbi la fortuna di ascoltare uno dei sui interventi di memoria presso la Casa del Popolo di Pistoia qualche anno fa, grazie ad una iniziativa organizzata dall’ANPI che promuoveva la conoscenza e il passaggio dei valori della Resistenza a giovani studenti, quale ero anche io.

La cosa che mi impressionò maggiormente di questo anziano signore, fu la forza, la tenacia e la dedizione con il quale cercò in tutti i modi di far passare il messaggio dell’antifascismo a giovani generazioni di ragazzi che ne sapevano poco all’epoca o che ne erano non troppo interessati. La mattinata fu impegnativa perché oltre al suo intervento parteciparono anche le istituzioni comunali, le quali riportarono le loro idee e opinioni sui valori dell’antifascismo e della Resistenza. 

Il momento più bello della mattinata che ricordo furono i saluti finali che Silvano ci dedicò con in sottofondo la canzone per eccellenza del Partigiano,  “Bella Ciao”, cantata a squarciagola da tutti noi.

Il mio augurio per coloro che oggi affermano che non abbia più senso la distinzione  fascisti e antifascisti, o  per coloro che credono che la Resistenza sia una “tradizione” vetusta e superata, è quello di avere la possibilità e la fortuna di ascoltare le parole di qualche partigiano – seppur oggi anziano – riguardo la sua storia personale, così da capire cosa significasse fare la Resistenza, magari riuscendo anche a percepire quella commozione e quel dolore che sicuramente può trasmette chi è stato protagonista di lotta e partecipazione,  e magari intonando  Bella Ciao come saluto finale e come ricordo che la libertà va conquistata e lo si fa solo grazie alle battaglie portate avanti come  esseri umani, responsabili della società  lasciata alle generazioni future, proprio come hanno fatto i Partigiani.

Viva l’antifascismo, Viva la repubblica e Viva la memoria di Silvano Sarti, Partigiano “Pillo”.

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