GD Prato: la nostra sull’esito del Referendum
GD Prato: la nostra sull’esito del Referendum

GD Prato: la nostra sull’esito del Referendum

dei Giovani Democratici di Prato

Abbiamo perso. Non dobbiamo nascondercelo.

Dobbiamo ammettere che un po’ c’avevamo creduto davvero. Ci abbiamo messo tutte le nostre forze, perché pensavamo che fosse l’occasione per dotare la politica di strumenti efficienti, per proposte più coraggiose e progressiste.

Durante questa campagna abbiamo provato a raccontare che cambiando l’assetto istituzionale avremmo dato risposte a chi non ne ha, ma è evidente che proprio coloro che hanno più necessità di un cambiamento, sono stati i primi ad aver percepito il referendum come un’occasione per lanciare un messaggio politico: noi del PD non siamo riusciti a rappresentarli.

E’ chiaro come l’altissima affluenza sia legata all’indirizzo politico che molti cittadini hanno voluto esprimere. Il 41% ottenuto dal Sì  ne contiene i pregi e i difetti: siamo il Partito più grande d’Italia, ma abbiamo dimenticato a chi ci rivolgiamo.

Abbiamo infatti perso in quelle zone dove la disoccupazione è più alta, dove la popolazione giovanile subisce maggiormente la crisi, e di fronte a quell’81% di giovani che ci ha detto No, non possiamo certo nasconderci.

Noi ci prendiamo la responsabilità di questi errori, ma dobbiamo ricordarci che siamo membri un Partito plurale, a vocazione maggioritaria. Al suo interno convivono più anime, ma queste anime devono dialogare tra loro.

Eppure in questi mesi è venuto meno quel principio collaborativo che ci ha permesso di fare politiche virtuose attraverso il lavoro di tutti i giorni, dandoci la possibilità di rappresentare tutte le forze progressiste e di sinistra che agiscono sul territorio.

Il voto di domenica conferma la percezione di un PD assente e lontano dagli ultimi, e questo non può che essere un errore da parte di chi dovrebbe raccontarlo, cioè noi.

Ecco perché noi vi vogliamo raccontare un altro tipo di PD.

All’interno del Partito Democratico vive un’anima veramente sociale: abbiamo l’ambizione di rappresentare chi non ha voce e la volontà di dare gli strumenti a chi vuole contribuire al miglioramento del nostro paese.

Il PD è anche questo: un partito che ha la consapevolezza di dover parlare con chi vive i problemi, un partito che vuole portare l’Europa in Italia e l’Italia in Europa.

E’ giunto il momento di far emergere questo PD e di ricompattare la sinistra sulla base dei valori che l’hanno sempre caratterizzata: a Prato noi possiamo dare l’esempio, non tanto perché qui il Sì ha vinto, ma perché Prato è una realtà nella quale anche le anime socialdemocratiche all’interno del PD hanno voce in capitolo e possono determinare il reale cambiamento, un cambiamento che già esiste e che aspetta di essere ascoltato.

Noi abbiamo la grande ambizione di dar voce a chi non ce l’ha;noi abbiamo la grande ambizione di tornare a parlare con tutto quel mondo associazionistico e sindacale che abbiamo perso;noi abbiamo la grande ambizione di costruire e raccontare un nuovo progetto europeo.

Perché il PD è anche questo e perché nel PD chiunque creda nei valori democratici e progressisti può contribuire a migliorarlo e, tramite questo, migliorare anche la società.

Ecco perché in questi mesi noi Giovani Democratici di Prato siamo andati nelle scuole, nei circoli e nei luoghi frequentati dai giovani, per raccontare che esiste anche una politica bella e che abbiamo bisogno che il PD sia ancor più popolato da persone che abbiano voglia di spendere se stesse per il bene di tutti.

Ma le parole non bastano. Adesso vogliamo dimostrarvi proprio quello che stiamo dicendo.

Perché per noi il PD è anche il partito che non può permettersi di perdere il dialogo con i sindacati, ma allo stesso tempo tutte le forze progressiste devono pretendere dai sindacati maggior disponibilità al dialogo e al confronto, verso i partiti, verso i lavoratori, verso chi il lavoro non ce l’ha.

Ed è per questo che noi GD annunciamo oggi che ci iscriveremo alla CGIL e saremo promotori attivi di politiche sindacali diverse, per dare inizio al dialogo tra il nostro partito e un sindacato che deve cambiare.

Ma il PD è anche un partito che deve valorizzare tutto il mondo associativo che si occupa degli ultimi, e che deve farsi interprete e portavoce delle esigenze dei più deboli

Ecco perché il 21 Febbraio riuniremo in un’Assemblea più di 40 realtà tra università, associazioni, cooperative, istituzioni, che si vogliono occupare di integrazione, così da dimostrare che tramite la collaborazione, il dialogo e la condivisione di risorse e conoscenze si possano fornire servizi e creare progetti più ambiziosi ed esportabili, divenendo un laboratorio europeo.

Prato può diventare a tutti gli effetti l’esempio di una città in cui il PD è soprattutto questo.

Un commento

  1. Isabella

    Il PD doveva essere tutto questo…. Questa dirigenza ci ha diviso purtroppo….. nelle famiglie, e con gli amici abbiamo bisogno di persone che riportino a credere negli ideali….. Lavoro, giustizia, UGUAGLIANZA che si è smarrita, sanità che sta peggiorando…. Insomma persone di sinistra non di destra!

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